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Da un notiziario del 1759 conservato presso l'archivio parrocchiale.

Facciata principale della Chiesa della trasfigurazione"...Il casale di Socivo si suppone che fusse stato Borgo della antica città di Atella...Il nome Socìo, come appare negli atti di Papa Innocenzo II, che nel 1142 affidava detto Casale alle cure del Vescovo di Aversa, viene da Sufficio e per brevità togliendosi dal volgo da mezzo la sillaba ffi fatto Sucìo..." La costruzione della Chiesa Parrocchiale, iniziata nel 1670, sulle rovine della vecchia Chiesa, distrutta da un incendio, è terminta nel 1873. Dal registro dell'archivio Parrochiale risulta che fu costruita con le offerte continue del povero e piccolo popolo di Succivo. Spesso: uova, ortaggi, ecc., che gli stessi cittadini vendevano in città per contribuire alla costruzione. A croce latina, stile barocco, abbelita di stucchi, con imponente organo, che domina sul grande altare maggiore, l'interno della Chiesa unisce in armonia bellezza e semplicità, quasi a testimoniare ai posteri la fede forte e semplice del popolo che la volle. Cancelletti, candelabri ed altri ornamenti riportano nomi di Succivesi emigrati e di soldati, che nella lontananza e nelle difficoltà hanno rivolto qui il cuore e la mente..."
Sistemati in alto lungo le pareti della Chiesa, fanno bella mostra di sè i 17 dipinti tondi su tela, raffiguranti Cristo, gli Apostoli e gli Evangelisti: furono commissionati da Federico Pastena allora sindaco del paese al pittore Tommaso De Vivo nel 1864. Come rinomati Santuari, spesso è tappa obbligata di emigrati che tornano in paese per visita ai parenti.
"...Nello stesso braccio sinistro dell'altare maggiore dopo la cappella delle anime del Purgatorio, c'è la Cappella del SS. Salvatore, titolare di questa Chiesa Parrocchiale ed insieme Protettore principale di tutto questo popolo... Dentro al muro sull'altare c'è una gran nicchia in mezzo, foserata di tavole e dipinta di colore celeste, dove è riposta la statuta di legno di Gesù Cristo in atto di trasfigurarsi, assai bella, formata per quando si ave dalla tradizione di questo popolo, dal celebre scultore Giacomo Colombo, che ferma i piedi su di un piccolo monticello... "